Cagliari, 14 giugno 2022. Questa mattina a Selargius si è svolto l’evento di chiusura del progetto “Cumpidare”, organizzato dal partenariato composto da CNOS FAP Sardegna, Kairos Promozione Sociale, AGCI, AGC Formazione Sardegna e CIOFS/FP, nell’ambito della Green & Blue Economy del POR Sardegna FSE 2014-2020, Asse prioritario 1.
Mario Cirina, direttore generale del CNOS FAP Sardegna, e Daniele Mascia (AGC Formazione Sardegna) hanno presentato i risultati del progetto: 10 percorsi di formazione, con certificazione delle competenze, per un totale di 3.200 ore (corsi sui droni applicati ai rilievi urbanistici-architettonici, all’agricoltura, all’archeologia, al monitoraggio ambientale terrestre e marino, agli eventi culturali, sportivi e ricreativi, alla comunicazione pubblicitaria e documentaristica; corso sull’utilizzo dei dati del drone per lo sviluppo di modelli 3D; corso di assemblaggio e manutenzione di un drone e utilizzo stampante 3D; corsi per Tecnico di sistemi aeromobili a pilotaggio remoto ad uso civile – Sapr); 11 percorsi di consulenza e accompagnamento alla creazione d’impresa e al lavoro autonomo, per un totale di 1.440 ore; 62 giovani partecipanti disoccupati con età inferiore a 35 anni in possesso di diploma; attivazione del Centro Servizi polifunzionale; azioni di diffusione e comunicazione; Fiera del drone (27 novembre 2022); 90 ore di consulenza per gruppi omogenei e 1.300 ore di consulenza individuale.
Dopo le relazioni di Marco Di Belardino (Advanced Aviation), Antonio Depau (3D Aerospazio), Filippo Gambella (Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Sassari), da Bologna è intervenuta Marcella Offeddu, psicologa e business coach che ha spiegato come sia possibile sviluppare e riconoscere le competenze della nuova era digitale. «L’intelligenza artificiale e la realtà virtuale sono le nostre sfide da alcuni anni», ha esordito. «Nel futuro saranno i nostri campi di gioco quotidiani. Lo scenario riguarda l’alta tecnologia e l’alta integrazione tra l’intelligenza umana e quella artificiale. Ogni persona avrà sempre più bisogno di competenze hard estremamente specifiche e di competenze trasversali consolidate. Ne abbiamo traccia nelle pubblicazioni del World Economic Forum e anche guardando alle posizioni aperte all’interno delle aziende mondiali che stanno mostrando più rapidità di crescita negli ultimi anni: Neuralink, Google, Amazon. Per vivere con efficacia tutto ciò non abbiamo bisogno di “essere capaci”, ma anche di essere motivati, dare un senso a ciò che facciamo, comprendere i cambiamenti di scenario, mutare ed evolvere».
«Oggi – ha concluso Offeddu – sempre più organizzazioni pubbliche e private si stanno interrogando su come consolidare questi aspetti. Progetti come quelli finanziati con i bandi di Green&blue economy si focalizzano sulle tech skills ma anche sulle human skills. Bisogna concentrare l’analisi dei fabbisogni su un’interlocuzione con chi è a contatto con i trend di mercato e con le evoluzioni nella formazione; riconoscere ciò che le persone sanno già fare e valorizzarlo; realizzare formazione su Ict e tech skills; inserire come prassi la realtà virtuale e la realtà aumentata tra gli strumenti di formazione, anche tramite l’uso appunto di droni. Dalla tecnologia nascono esigenze e timori che sono da tenere in considerazione. Si avverte il bisogno di acquisire competenze, non solo direttamente nell’uso della tecnologia (per esempio, quando i nostri figli/nipoti/figli di amici cercano di insegnarci come usare l’ultima app), ma anche le competenze che servono per riuscire a cambiare velocemente, così come è veloce la tecnologia. Che vuol dire essere capaci di imparare cose nuove in breve tempo, essere capaci di avere mente aperta e acquisire nuovi modi di vedere le situazioni senza irrigidirci. Essere capaci di reggere e gestire la pressione e lo stress, perché questo ritmo accelerato non è umano. Essere capaci di scegliere le fonti autorevoli da quelle che non lo sono, come mostrano benissimo film e serie tv come “Coded bias” e “The social dilemma”. Inoltre, serve la capacità di regolare le proprie emozioni perché questo mondo, semplicemente, fa paura. E allora serve essere capaci di riconoscere le capacità e competenze che già abbiamo, e formare quelle che non abbiamo».